Rispetto al primo video, relativo al 2010, dell’auto che si parcheggia da sola, quest’anno almeno la casa automobilistica Ford propone un modello di donna meno stupido e più avvincente. Ma il concetto non cambia: chi ha bisogno di un’auto che si parcheggi da sola?
Non certo un uomo, padrone della strada (e recordmen degli incidenti, tanto da pagare di più di assicurazione) bensì una donna, quella che, secondo la voce popolare, se la metti al volante “è un pericolo costante”. Figurarsi se sa parcheggiare. In quanto a stereotipi lo spot del 2010 dell’auto con parcheggio assistito ne è pieno: una ragazza carina deve posteggiare tra due auto a fianco del marciapiede ma non ce la fa, nonostante un ragazzo sia lì a darle indicazioni. La poveretta, prova e riprova, cerca di ‘entrare’ di testa, giunge a posteggiare il veicolo perpendicolare alla strada, rischia addirittura di investire un passante perché lei, no, non guarda dallo specchietto retrovisore, e poi, visto che si fa pure notte (lo spot era cominciato con l’apertura dei negozi!) resta lì, con l’auto in doppia fila e le quattro frecce accese. Poi il messaggio chiarificatore: “Non prendertela con la tua auto se non riesci a parcheggiare”. Sei tu, donna, ad essere imbranata. Quando invece schiaccia il pulsante automatico e l’auto si parcheggia da sola, lei cosa fa? Sorride e, naturalmente, ne approfitta per infilarsi una forcina nei capelli. Perché, diciamocelo, posteggiare un’auto ci toglie tempo per la toilette. Quest’anno la casa automobilistica corregge il tiro e ci propone “sfide nel mondo reale”. Così prende comunque una donna, ma stavolta una stuntwomen, Nina Armstrong, che, con tanto di tuta acrobatica se ne sta seduta al posto di guida, con la cintura di sicurezza allacciata, prende coraggio in un fiato come se stesse per decollare per Marte e preme un bottone: l’auto si parcheggia da sola sul bordo di un palazzo di 10 piani. Una scritta avverte che “la manovra è eseguita da UN professionista (l’autorevolezza si declina solo al maschile, come sappiamo). Non provate a rifarla”. Stia tranquillo, signor Ford, la cosa non ci interessa.
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