Le migliaia di eventi in strade, piazze, scuole, spazi culturali e di condivisione per celebrare la Giornata intanzionale contro la violenza sulle donne, indetta dall’Onu nel 1999, gocce di sensibilizzazione che hanno stillato ieri, 25 novembre, in città ae paesi in tutta Italia, oggi saranno rivolti che confluiranno verso Roma per formare il fiume in piena della manifestazione nazionale #Nonunadimeno. Difficile
stimare i numeri delle partecipanti (in questa occasione è lecito usare il femminile inclusivo, anche se non mancherà la componente maschile) ma sono centinaia le associazioni e i movimenti (qui l’elenco) che hanno aderito all’evento promosso da Unione Donne Italiane (Udi), Dire – Donne in Rete Contro la violenza (che raggruppa i centri antiviolenza italiani) e Rete IoDecido.
L’inizio del corteo #NonUnaDiMeno del 26 novembre nella capitale è previsto alle ore 14 a Piazza Esedra e si concluderà a Piazza San Giovanni. “Adesso basta! è il grido che si alza da più parti nel mondo: in Polonia, in Argentina, in Spagna gli scioperi e le proteste delle donne che si ribellano alla violenza e al femminicidio e lottano per l’autodeterminazione femminile hanno paralizzato interi paesi. I corpi delle donne invadono le strade, la mobilitazione dilaga ben al di là dei confini nazionali e porta alla ribalta la potenza politica delle donne” – sottolineano le promotrici di #Nonunadimeno e tutte coloro che intendo sostenere l’evento: “ Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai propri figli. Dall’inizio dell’anno decine e decine di donne sono state vittime di femminicidio. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società (in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web), un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparità di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuità con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali”.
Nella giornata di domenica avrà quindi luogo, nella facoltà di Psicologia della Sapienza, un’assemblea nazionale con otto tavoli tematici di confronto per predisporre un piano femminista contro la violenza di genere: “La violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza, che da trent’anni resistono a ogni tentativo delle istituzioni di trasformarli in servizi di accoglienza neutri, negando la loro natura politica e di cambiamento”. Chi non potrà essere presente può aderire anche solo con un Mi piace nella pagina Fb, Non una di meno, condividendone i contenuti , o ritwittando ciò che sarà postato su @nonunadimeno.
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