“Il nostro Paese è malato perché molti fanno, come diceva Anna, ‘i funghi che si nascondono sotto una foglia facendo finta che le cose negative non esistano’ ma poi sono destinati ad essere ‘colti e mangiati’. E’ invece importante impegnarsi in quello che si crede,
anche se non necessariamente significa uscirne vittoriosi. Nessuno vuole farsi ammazzare, neanche Anna lo voleva, ma se credi in una cosa, la fai”.
Questo il messaggio rivolto (venerdì 19 ottobre al teatro Nebiolo di Tavazzano, in provincia di Lodi) dal giornalista Rai Andrea Riscassi agli studenti delle classi terze della scuola media “Fellini” e al pubblico che hanno preso parte alla serata “Un seme di libertà” in ricordo di Anna Politkovskaja (la giornalista russa uccisa per le scomode verità, in particolare i suoi reportage dalla Cecenia, che portava alla luce), organizzata dalle associazioni “Amici del Nebiolo” e “AnnaViva” con la commissione Cultura del Comune. “Anna non era solo una giornalista, era anche una donna. E, a differenza di noi maschi, sapeva raccontare le guerre non descrivendo azioni ma raccontando la storia delle vittime – ha proseguito Riscassi, autore del libro “Anna è viva” (Sonda ed.). Il presidente della Cecenia disse che sarebbe stato meglio se fosse rimasta a casa a fare la casalinga, perché là, come qua in Italia, c’è una forte cultura patriarcale. E Anna è stata uccisa proprio nell’ascensore di casa, mentre rientrava con le borse della spesa. Un killer le ha sparato 5 colpi, anche se lei era indifesa”. Ai ragazzi, che in apertura di serata hanno parlato del “Giardino dei giusti”, Riscassi ha ricordato che in Russia, sotto il regime di Vladimir Putin, “non esiste la democrazia, non ci sono alberi né vie intitolati ad Anna. E’ stata come Cassandra: aveva avvisato dei pericoli incombenti ma non è stata ascoltata”. Nel corso della serata l’attore Luciano Pagetti, mentre scorrevano le immagini delle opere di Vannetta Cavallotti, ha letto brani dal libro “Anna è viva” e poesie sulla strage di Beslan di alcuni autori, tra cui di Amedeo Anelli, direttore delle rivista Kamen, presente sul palco.
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