La donna torna a casa col marito e la figlia e trova un figlio in versione troglodita/giocatore di rugby che ha messo la casa a soqquadro per festeggiare con gli amici rugbysti. E su una decina di persone presenti in casa, chi si mette a strofinare in cucina? Lei, la
‘mamma’, mentre il giovane uomo delle caverne passa saltellando e sgolandosi con gli amici. E’ un’altra donna, molto più ‘professionale’, a rispondere al grido di aiuto della poveretta di fronte ad un’impresa che appare titanica e a proporre il prodotto ideale per le pulizie. Ma resta una ‘questione donnesca’.
L’ultimo spot della Unilever su Cif ‘sgrassatore universale’ (lo scrivo di proposito, così chi si sente offesa, lo evita) è l’archetipo del più becero patriarcato E’ vero, la pubblicità vive di stereotipi e, dunque, di consuetudini legate al passato, ma è ora di guardare avanti. E di denunciare ogni immagine che ci svilisce in quanto donne, relegandoci al ruolo di massaie, per di più incapaci.
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